In Kaina Of The Great Snow Sea la Terra è ricoperta da un gigantesco mare di neve che si estende a perdita d’occhio in tutte le direzioni; l’unica cosa che rompe il monotono schema di questo immenso mare bianco è la presenza di giganteschi alberi orbitali che salgono fin su nel cielo. Ogni albero ha radici profondissime ed una chioma fatta di rami spogli ricoperti da una membrana trasparente. Lì tra i rami che sostengono quella sottile pellicola, sospesa a metà tra terra e spazio, vive il nostro protagonista Kaina.
Il ragazzo abita in compagnia di una serie di simpatici vecchietti, l’ultimo sparuto gruppo di superstiti della civiltà umana; o per lo meno è quello che affermano le storie tramandate oralmente. La realtà cambia radicalmente con l’improvviso e casuale arrivo di una specie di mongolfiera contenente una giovane ragazza priva di sensi. Ririha, questo è il suo nome, proviene proprio da quel gigantesco mare bianco in cui l’umanità è riuscita a sopravvivere costruendo piccole città fortificate sulle radici emerse degli alberi orbitali. C’è però un problema, la ragazza deve tornare velocemente a casa per scongiurare un’imminente guerra. La storia avanza verso un’inevitabile conflitto tra due nazioni coinvolte, ma dietro a tutto c’è la febbrile ricerca di acqua potabile che comincia a scarseggiare in ogni dove. Pare infatti che l’immenso e freddo mare di neve sia anche contaminato ed impossibile da utilizzare per sostenere la vita degli ultimi uomini.
I punti di forza di Kaina of the Great Snow Sea sono molteplici, ma è subito evidente la cura con cui è stata confezionata tutta la straordinaria ambientazione in cui i personaggi si muovono. Il mare di neve è un’idea stupenda, ma gli scorci proposti dalla distesa orbitale, fatta di rami e membrane trasparenti, sono da togliere il fiato.
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Kaina Of The Great Snow Sea: la recensione
Scritto da MarcoF
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