Vita Da Slime, l’anime basato sulla serie di light novel di Fuse e Mitz Vah, ha conquistato molti fan grazie alla sua storia originale, divertente e avvincente, che segue le avventure di Satoru Mikami, un impiegato giapponese che si reincarna in uno slime in un mondo fantasy. Dopo aver fondato la città di Tempest e aver stretto alleanze con diverse razze e nazioni, il protagonista, ora chiamato Rimuru, si trova ad affrontare nuove sfide e minacce nella seconda stagione, che si compone di 25 episodi divisi in due parti.
La seconda stagione, però, non riesce a mantenere lo stesso livello di qualità e coerenza della prima, presentando alcuni problemi di ritmo, tono e caratterizzazione, che ne minano il potenziale. Vediamo nel dettaglio quali sono i punti deboli e forti di questa stagione, che ha comunque saputo regalare momenti emozionanti e sorprendenti agli spettatori.
Un inizio lento e poco coinvolgente
La prima parte della stagione, che copre gli episodi dal 1 al 12, si apre con un cambio di scenario e di focus narrativo. Rimuru lascia temporaneamente la sua città e i suoi amici per recarsi in un regno umano, dove deve insegnare a un gruppo di bambini evocati da un altro mondo, che hanno ricevuto dei poteri magici ma che rischiano di morire se non li controllano. Questa parte ha lo scopo di introdurre nuovi personaggi e di preparare il terreno per gli sviluppi futuri, ma risulta poco interessante e coinvolgente per diversi motivi.
Innanzitutto, il ritmo della narrazione si fa molto lento, con episodi che si trascinano tra dialoghi didascalici, scene comiche e momenti di fanservice, senza che ci sia una vera tensione o una vera progressione. Inoltre, i personaggi che vengono presentati sono poco carismatici e originali, con i bambini che hanno personalità stereotipate e superficiali, e gli altri personaggi umani che appaiono poco approfonditi o rilevanti. Anche Rimuru perde parte del suo fascino, diventando un insegnante modello e un eroe perfetto, che risolve ogni problema con la sua intelligenza e la sua bontà, senza mai essere messo in difficoltà o in discussione.
La mancanza di personaggi interessanti si fa sentire soprattutto se confrontata con la ricchezza e la varietà dei personaggi della prima stagione, che avevano caratteri distintivi, rapporti dinamici e ruoli attivi nella storia. In questa parte, invece, i personaggi di Tempest, che erano stati ben sviluppati e amati dal pubblico, vengono messi da parte e appaiono solo sporadicamente, senza avere un vero impatto sulla trama. Questo crea una sensazione di distacco e di disinteresse da parte dello spettatore, che si sente privato dei suoi personaggi preferiti e costretto a seguire delle vicende poco avvincenti.
Un ritorno in grande stile, ma con qualche ombra
La seconda parte della stagione, che copre gli episodi dal 13 al 24, segna un ritorno in grande stile della serie, con un aumento del ritmo, dell’azione e dell’intensità. La storia riprende il filo rosso della prima stagione, con Rimuru che deve affrontare le conseguenze delle sue azioni e delle sue scelte, e che si trova coinvolto in una guerra tra nazioni, che mette a rischio la sua città e i suoi amici. Questa parte offre momenti di grande impatto emotivo e visivo, con battaglie epiche, colpi di scena, tragedie e vendette, che cambiano radicalmente lo scenario e il tono della serie.
Questa parte, però, non è esente da difetti e criticità, che ne limitano la portata e la profondità. Innanzitutto, il cambio di tono rispetto alla prima parte è troppo brusco e repentino, passando da una commedia leggera e innocua a un dramma cruento e violento, senza una transizione graduale e credibile. Inoltre, la narrazione soffre di alcuni problemi di coerenza e di logica, con alcune situazioni e decisioni che appaiono forzate o poco motivate, e con alcuni personaggi che cambiano atteggiamento o ruolo in modo improvviso o incoerente. Infine, la narrazione rischia di cadere in alcuni cliché e in alcune facilitazioni tipiche del genere isekai, con il protagonista che diventa sempre più potente e influente, e che riesce a risolvere ogni problema con la sua saggezza e la sua generosità, senza dover affrontare dei veri dilemmi o dei veri conflitti.
Un bilancio complessivo
In conclusione, Vita Da Slime Stagione 2 è un’opera fantasy di qualità, che offre una storia originale, divertente e avvincente, ma che presenta anche alcuni problemi di ritmo, tono e caratterizzazione, che ne minano il potenziale. La serie ha saputo regalare momenti emozionanti e sorprendenti, ma ha anche perso parte del suo fascino e della sua coerenza, rispetto alla prima stagione. La serie, però, non è ancora finita, e ha ancora delle carte da giocare, come dimostra l’annuncio di una terza stagione in arrivo. Speriamo che la serie sappia ritrovare il suo equilibrio e la sua originalità, e che continui a intrattenerci e a coinvolgerci con le sue avventure.
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Vita Da Slime – Stagione 2: la recensione
Scritto da MarcoF
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