Nell’universo della fantascienza giapponese, pochi nomi evocano lo stesso fascino e la stessa nostalgia di “Dirty Pair”. Creata da Haruka Takachiho, questa serie ha radici profonde nella cultura popolare, debuttando come light novel per poi espandersi in una vasta gamma di adattamenti, tra cui serie televisive, film, OAV e fumetti. Il mondo di “Dirty Pair” non è solo un semplice spettacolo d’azione, ma una finestra su un futuro immaginario dove l’avventura e il caos regnano sovrani, incarnati perfettamente dalle due protagoniste, Kei e Yuri.
“Dirty Pair” prende vita inizialmente come una serie di storie pubblicate nello SF Magazine in Giappone. Queste storie, grazie alla loro popolarità, si trasformarono rapidamente in una serie di racconti pubblicati da diversi editori, segnando il primo passo di un lungo cammino che avrebbe portato Kei e Yuri alla ribalta internazionale. Nel 1984, la Sunrise decise di trasformare questo successo letterario in una serie televisiva, che sarebbe poi andata in onda nel 1985, con una produzione affidata allo Studio Nue. La serie TV anime, intitolata “Dirty Pair”, è stata trasmessa per la prima volta in Italia su Odeon TV nell’agosto del 1990 con il titolo “Kate and Julie”.
Ambientata nell’anno 2141, “Dirty Pair” ci catapulta in un futuro in cui l’umanità ha colonizzato migliaia di sistemi solari. In questo vasto universo, la World Welfare Work Agency (3WA) si occupa di risolvere problemi di ogni genere per i pianeti membri dell’Unione Galattica, grazie all’operato dei suoi Trouble Consultant, agenti specializzati capaci di affrontare le situazioni più disperate. Tra questi consulenti spiccano le Lovely Angels, meglio conosciute con il nome di “Dirty Pair”. Kei e Yuri, le due protagoniste, sono note tanto per il successo delle loro missioni quanto per gli ingenti danni collaterali che le loro azioni inevitabilmente provocano.
Dal Romanzo all’Anime: un Passaggio non Privo di Modifiche
L’adattamento televisivo di “Dirty Pair” non è stato esente da cambiamenti rispetto alla versione originale delle light novel. Alcuni dei più significativi riguardano i personaggi di supporto, come Mughi, un’enorme creatura simile a un gatto, che nella versione originale era l’ultimo superstite di una razza di gatti intelligenti e potenti, capaci di manipolare le onde magnetiche. Nella serie TV, Mughi viene trasformato in una creatura più comica e amichevole, mantenendo tuttavia la sua intelligenza superiore.
Anche l’aspetto distruttivo delle missioni di Kei e Yuri è stato enfatizzato nella serie televisiva, rendendo l’attitudine alla distruzione una delle caratteristiche distintive del duo. Questo elemento di caos e disordine, tuttavia, non fa altro che aumentare il fascino delle protagoniste, rendendole uniche nel panorama degli anime di quegli anni.
La Serie Televisiva e il Successo Oltre lo Schermo
La serie originale di “Dirty Pair” comprendeva 24 episodi, ai quali furono aggiunti due OAV, che ne completano la narrazione. Questi episodi, racchiusi in un cofanetto da 4 DVD e pubblicati in Italia dalla Yamato Video, hanno mantenuto il doppiaggio storico, con tutte le sue particolarità e qualche imperfezione, come la traduzione approssimativa dei nomi delle protagoniste in Kate e Julie.
Il successo della serie televisiva fu tale da ispirare la realizzazione di tre lungometraggi: “Affair of Nolandia” (1985), “Project EDEN” (1987), e “Flight 005 Conspiracy” (1990). Inoltre, furono prodotte due ulteriori serie di OAV: “Dirty Pair OAV” (1987-1988), composta da 10 episodi, e “Dirty Pair Flash” (1994-1996), una rivisitazione della serie originale con un nuovo design grafico, più moderno e accattivante.
Il Fascino Intramontabile delle Lovely Angels
“Dirty Pair” è un anime che ha saputo mescolare con maestria azione, umorismo e una buona dose di fantascienza, conquistando così un posto di rilievo tra le serie televisive storiche degli anni ’80. Ogni episodio è autoconclusivo, con trame che variano dalle investigazioni criminali alla protezione di personaggi famosi, fino al recupero di oggetti rubati, mantenendo sempre alta l’attenzione dello spettatore. Tuttavia, è nel rapporto tra le due protagoniste che si cela la vera forza della serie. Kei e Yuri, nonostante le loro differenze caratteriali, formano un duo affiatato e complementare, il cui legame si è sviluppato fin dai tempi dell’Università di Mezuil.
L’Influenza e l’Eredità di “Dirty Pair”
Il design della serie porta l’inconfondibile firma di Tsukasa Dokite, il quale aveva già lavorato su “Urusei Yatsura”. La sua influenza è evidente non solo nel character design, ma anche nel mecha design, con la nave spaziale “Lovely Angel” che richiama l’astronave Enterprise A di “Star Trek”, reinterpretata in chiave rosa e più compatta.
Nonostante le limitazioni tecniche dell’epoca, “Dirty Pair” si distingue per la qualità delle sue animazioni, caratterizzate da colori pastello e sequenze fluide, sebbene alcune siano ripetute, come era consuetudine negli anime degli anni ’80. L’audio italiano, purtroppo, soffre dei tipici problemi dei doppiaggi televisivi dell’epoca, con traduzioni imprecise e un numero limitato di doppiatori che interpretano più ruoli.
Negli Stati Uniti, l’impatto di “Dirty Pair” è stato tale da ispirare una serie di fumetti disegnati da Adam Warren e pubblicati dalla Dark Horse Comics, che hanno saputo reinterpretare le avventure delle Lovely Angels in chiave moderna e con uno stile più vicino al manga giapponese che al fumetto americano.
La Continuità del Mito: l’Uscita Italiana del 2024
A testimonianza dell’intramontabile fascino di “Dirty Pair”, nell’autunno del 2024, Sprea Comics pubblicherà in Italia il volume one-shot “Il mistero di Nolandia”, un anime comics tratto dal primo lungometraggio, all’interno della collana Manga One Shot. Questo volume rappresenta un’opportunità per le nuove generazioni di scoprire o riscoprire un classico della fantascienza giapponese, confermando come Kei e Yuri continuino a essere un simbolo di avventura e libertà nel vasto universo degli anime.
L’articolo Kate and Julie: Dirty Pair. Un cult sci-fi che ha conquistato generazioni di otaku! proviene da CorriereNerd.it.
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