L’11 settembre 2001 è una data che rimarrà per sempre impressa nella memoria collettiva. A ventitré anni di distanza, gli eventi di quel giorno continuano a rappresentare un punto di svolta storico non solo per gli Stati Uniti, ma per il mondo intero. Quel fatidico giorno, alle 8:46 del mattino, il volo American Airlines 11, partito da Boston e diretto a Los Angeles, venne dirottato e si schiantò contro la Torre Nord del World Trade Center, a New York. Diciassette minuti più tardi, il volo United Airlines 175 colpì la Torre Sud. A questi attacchi seguirono altre due tragedie: il volo American Airlines 77 si schiantò contro il Pentagono a Washington e il volo United 93, dirottato anch’esso, precipitò in un campo in Pennsylvania, dopo che i passeggeri si ribellarono ai dirottatori.
Le immagini di quelle ore drammatiche furono trasmesse in diretta dalle televisioni di tutto il mondo, mostrando un paese, e una città, sotto attacco. L’11 settembre non solo cambiò la storia americana, ma innescò una serie di eventi geopolitici che avrebbero avuto conseguenze devastanti per molti anni a venire. Gli Stati Uniti risposero con la cosiddetta “Guerra globale al terrorismo“, che portò all’invasione dell’Afghanistan nel 2001 e dell’Iraq nel 2003. Questi conflitti, tuttora controversi, causarono la morte di centinaia di migliaia di civili e soldati, trasformando l’Afghanistan nel teatro della guerra più lunga della storia americana.
Ma l’11 settembre 2001 non segnò solo la politica estera e interna degli Stati Uniti. Quell’evento catastrofico si infiltrò anche nel mondo dell’arte, della letteratura e del fumetto, lasciando un’impronta indelebile. Uno degli esempi più emblematici è rappresentato dall’universo Marvel, dove persino gli inarrestabili supereroi non poterono rimanere indifferenti di fronte alla tragedia. Il celebre numero 36 di Amazing Spider-Man, pubblicato nel dicembre del 2001, rappresentò un momento cruciale per i fumetti americani. Scritto da J. Michael Straczynski e disegnato da John Romita Jr., il numero speciale mostrava un Peter Parker sconvolto che, senza la sua maschera, aiutava a soccorrere le vittime a Ground Zero. Non c’erano battaglie epiche, non c’erano alieni o supercriminali da combattere: i veri eroi, in quelle pagine, erano i pompieri, i poliziotti e i medici. Il messaggio era chiaro: anche gli eroi dei fumetti, con tutti i loro straordinari poteri, erano impotenti di fronte alla distruzione reale.
Il mondo dei fumetti aveva già dimostrato, in passato, di saper affrontare temi politici e sociali. Tuttavia, l’11 settembre rappresentò una frattura senza precedenti, una realtà così devastante che nemmeno l’universo immaginario dei supereroi poteva ignorare. La Marvel, così come la DC Comics, decise di commemorare la tragedia attraverso una serie di pubblicazioni che avevano come obiettivo non solo ricordare le vittime, ma anche esplorare il senso di perdita e la vulnerabilità che l’America, fino a quel momento percepita come inviolabile, stava sperimentando.
Anche il mondo dell’arte grafica indipendente rispose all’attentato con opere di grande spessore emotivo e artistico. Uno degli esempi più significativi è il graphic novel Tribeca Sunset di Henrik Rehr, che racconta l’esperienza personale dell’autore, residente a pochi isolati dalle Torri Gemelle. In questa narrazione autobiografica, Rehr riflette sugli eventi dell’11 settembre e su come abbiano cambiato non solo la sua vita, ma quella di milioni di persone in tutto il mondo.
Nel campo del fumetto giapponese, Naoki Urasawa affrontò il tema in modo altrettanto potente con la serie Billy Bat. In una scena del capitolo 139, l‘autore disegna con un dettaglio quasi cronachistico l’impatto del secondo aereo sulla Torre Sud, ispirandosi a una famosa fotografia di quel tragico momento. Attraverso l’uso sapiente del bianco e del nero, Urasawa riesce a catturare non solo l’orrore dell’evento, ma anche la complessità emotiva che esso rappresenta. In Billy Bat, l’11 settembre diventa una riflessione più ampia sulla Storia e sulla sua riscrittura, tema centrale dell’opera.
L’11 settembre è stato anche un momento di riflessione politica e sociale all’interno del fumetto supereroistico. Negli anni successivi, le storie di personaggi come Capitan America si sono evolute, affrontando temi legati al nazionalismo, all’immigrazione e al terrorismo, questioni che, prima di quell’attentato, raramente venivano trattate in modo così esplicito. La serie All-New Captain America di Rick Remender, in cui Falcon, un supereroe afroamericano, eredita lo scudo stellato, è un esempio di come i fumetti abbiano iniziato a confrontarsi con le questioni razziali e politiche dell’America post-9/11.
Infine, non possiamo dimenticare l’impatto che l’11 settembre ha avuto sul cinema supereroistico. Film come Avengers: Endgame hanno affrontato il tema del trauma collettivo e della perdita in un modo che sarebbe stato impensabile prima del 2001. Il “blip” causato da Thanos, in cui metà della popolazione dell’universo scompare, può essere visto come una metafora per l’evento traumatico che ha sconvolto l’America e il mondo intero.
L’11 settembre 2001 ha cambiato tutto: dalla politica mondiale all’arte, dalla narrativa ai fumetti. Ventitré anni dopo, il ricordo di quel giorno continua a influenzare la cultura popolare, ricordandoci che anche nel mondo dei supereroi, le tragedie reali lasciano cicatrici profonde e durature.
L’articolo 11 settembre 2001: come i fumetti hanno raccontato l’assurda tragedia di New York proviene da CorriereNerd.it.
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